Alessia Martalò

Intervista ad Alessia Martalò, consulente Seo e Web Marketing

Alessia Martalò Consulente Seo

1) Alessia, qual è a Tuo avviso l'ingrediente magico di una strategia SEO efficace?

"Ahimé, purtroppo non ci sono bacchette magiche in questo caso. Non esistono linee guida o best practice in grado di dare i loro frutti sempre e comunque. Bisogna senz'altro conoscere bene il progetto, gli obiettivi del cliente, il settore di riferimento: quello che funziona bene in uno specifico settore non è detto che possa funzionare ovunque. Faccio un esempio pratico: nel settore del pet il digital PR funziona molto bene (ipotizzando, per esempio, di fornire sconti, coupon o proporre prodotti in anteprima), ma questa strategia potrebbe non funzionare nel settore fiscale o dei prodotti di lusso, dove il cliente ama maggiormente riconoscersi nel marchio e la strategia deve necessariamente essere più complessa e servirsi per esempio anche di promozione off line. Prima di improntare una strategia SEO è quindi importantissimo studiare il settore di riferimento, analizzando i competitor e le domande latenti degli utenti, i loro bisogni e necessità anche se inespressi"

2) Qual è secondo Te l'errore principale da evitare quando si fa SEO?

"Dal punto di vista dell'ottimizzazione on site bisogna evitare il keyword stuffing e tutte le altre tecniche obsolete e molto rischiose che non portano mai risultati. Dal punto di vista del link building, anche in questo caso bisogna evitare automatismi di ogni tipo, così come strategie deboli che puntano esclusivamente sui guest post (spesso di bassissima qualità)"

3) Quale sarà il futuro del SEO?

"La SEO non è morta, tutt'altro. Però Google migliora costantemente i suoi algoritmi affinché possano riconoscere con maggior precisione risultati effettivamente validi e potenzialmente utili per l'utente. L'avvento del Rank Brain ne è un esempio lampante: meglio investire un po' di più sui contenuti, sulla loro presentazione e sulle strategie di web marketing piuttosto che affidarsi a tecniche a rischio penalizzazione"

4) Come descriveresti il mercato SEO nostrano?

"Negli ultimi anni è cresciuta senz'altro la consapevolezza nei confronti della SEO, sia da parte degli addetti ai lavori sia da parte dei clienti e, in generale, di chi desidera usufruire di strategie di web marketing. Da parte dei SEO italiani, però, in generale, vedo poca voglia di mettersi in gioco, di effettuare (e condividere) esperimenti"

5) Qual è a Tuo avviso il corretto percorso di formazione di un consulente Seo?

"Si tratta senz'altro di un percorso di formazione continuo. Non occorre necessariamente, però, investire in costosi corsi di formazione o aggiornamento, non sempre almeno. Esistono numerose realtà che scelgono di fare formazione gratuita, per esempio Semrush (con i suoi seminari e approfondimenti gratuiti, anche on demand) e Giorgio Taverniti, con la sua settimana della formazione e tante altre iniziative. Ovviamente non è sufficiente studiare tanto, occorre anche fare tanta pratica, sporcarsi le mani insomma"

6) Quali sono le principali difficoltà che riscontri nella Tua attività?

"Tralasciando le questioni tecniche, il rapporto con il cliente non è sempre facilissimo e limpido. A volte il valore del nostro lavoro non viene compreso appieno, ci si chiede di portare il sito in prima pagina in tempi brevissimi, il che ovviamente è irrealizzabile a meno di far ricorso a rischiose tecniche di Black Hat SEO. Ma ne vale davvero la pena?"

7) Quale consiglio daresti ad un SEO junior?

"Essere curioso innanzitutto. Leggere molto e fare più esperimenti possibili. I blog - soprattutto quelli inglesi e americani, a dire il vero - pubblicano regolarmente interessantissimi case study che vale la pena di approfondire. La SEO è un'arte, non è scienza!"